Nuovo Decreto, vecchio approccio. Più tattica che strategia.
Si insiste ancora sulla patente a punti che non ha ridotto i morti e gli infortuni in edilizia ma ha fatto solo aumentare gli oneri economici per le piccole e medie imprese. Si introduce il budge solo nei cantieri edili.
Non si parla di appalti e non si intacca il bubbone dei subapplti.
Le “misure urgenti per la tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro”, decretate dal governo il 28 ottobre 2025, rappresentano l’ennesimo tentativo di far apparire nuovo ciò che invece è solo rinunciatario e ripetitivo.
Non tutelano chi lavora in imprese borderline o notoriamente pervase da sfruttamento e precarietà.

Sono circoscritte e anche contraddittorie nella parte scuola-lavoro.
Misure peraltro adottate a seguito della costante pressione di quanti continuano a crederci e battersi, e dei continui richiami del Presidente Mattarella.
Da diligente consulente del lavoro, la Ministra Calderone dimostra costantemente di non voler disturbare più di tanto le imprese.
Perchè il Budge obbligatorio solo nei cantieri edili? I morti, gli infortuni gravi, i problemi, ci sono in tutti i settori produttivi.
Il mondo va alla velocità dell’intelligenza artificiale, il suo buon utilizzo permetterebbe di digitalizzare e democratizzare un Sistema Nazionale di prevenzione efficiente ed efficace.
Invece si preferisce procedere al passo di lumaca.
L’economia “moderna” ormai è intrecciata e interdipendente; solo con misure strutturali e organiche si può incidere sull’intero sistema produttivo.
Il “nuovo Decreto sicurezza” non prevede nulla per rendere socialmente sostenibili gli appalti e per stroncare la piaga dei subappalti.
Morti, infortuni gravi, condizioni e ambienti di lavoro insalubri, malattie professionali e stress correlato al lavoro, perlopiù derivano dagli squilibri relazionali tra imprese e i lavoratori che la politica non vuole intaccare.
Si perde tempo prezioso, pur sapendo che quanto non viene scientemente fatto produce altri infortuni mortali etantissimo malessere.
Una situazione che si trascina colpevolmente da molto tempo, nonostante le buone norme riassunte nel Decreto legislativo 81/08.
Responsabilità delle imprese inadempienti, della politica che lascia fare e dei mancati controlli che ne conseguono.
A mio parere, responsabilità anche di una certa debolezza sindacale che si riflette nella contrattazione con le grandi imprese, nelle quali non si esercita adeguatamente il diritto di informazione relativo ai capitolati di appalto, per monitorare le filiere produttive di cui sono capofila.
Va bene l’obbligo di scuole e imprese a non impiegare gli studenti inattività a elevato rischio”. Sono oltre 1,7 milioni gli studenti impiegati ogni anno nei tirocini formativi scuola-lavoro.
Però, da un lato si vietano queste attività (senza specificarle), dall’altro gli studenti continueranno ad entrare nei cantieri, e dall’altro ancora nel Decreto Pnrr-Scuola, ora all’esame della Commissione Cultura del Senato, il governo ha esteso la scuola-lavoro anche ai 15enni.
Nonostante oltre tre quarti delle denunce all’INAIL provenganono da under-16. Dove sta la coerenza?
Il buon utilizzo dell’intelligenza artificiale salverebbe molte vitee ridurrebbe drasticamente gli infortuni sul lavoro.Metterebbe tutti di fronte alle proprie responsabilità.Aiuterebbe ad individuare velocemente i responsabili delle inadempienze. Faciliterebbe i controlli.
A chi non piace questa efficienza salva vite che si richiama alla nostra Costituzione? Agli innovatori a intermittenza e per convenienza, evidentemente.
Oggi molte imprese danno poca importanza alla salute dei lavoratori, la quale, non stanchiamoci di ricordarlo, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità non è assenza di malattia ma benessere psicofisico. Riprovevole non tutelarlo a scopo di lucro.
Dove sta scritto che etica ed economia non possono coesistere? Che il mercato non può convivere con la democrazia e i diritti delle persone? Questo ormai è il pensiero dei miliardari americani che hanno conquistato la Casa Bianca.
La nostra Carta prescrive il contrario. La libertà d’impresa “non deve andare contro l’utilità sociale o danneggiare la salute, l’ambiente, la sicurezza, la libertà e la dignità umana”.
Secondo l’ex Direttore dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro, Bruno Giordano, il nuovo decretosomministra “norme ripetitive che sono già superate”.
Si appaltano e subappaltano vite. Si consegnano alle imprese troppi lavoratori e lavoratrici senza “tutela reale”, pesantemente condizionati.
Ciò nonostante, il futuro non è irrimediabilmente compromesso.Bisogna saper resistere e re-agire. In primo luogo a livello sindacale..
Nulla ci è stato regalato. Occorre partecipazione, impegno e responsabilità, anche sano conflitto quando serve.
Dentro il lavoro c’è la persona. L’art.1 della Costituzione non è solo un principio fondamentale. È un progetto unitario di società, come unitaria e trasversale fu la sintesi che pose il lavoro a fondamento della Repubblica italiana.
Le donne e gli uomini che tutte le mattine, anche prima dell’alba, escono di casa per andare a lavorare, meritano rispetto. L’Italia è sulle loro spalle. Come lo è stata su quelle dei pensionati e delle pensionate che hanno diritto a una pensione indicizzata al costo della vita.
La tiritera sulla produttività per evitare di affrontare l’iniqua distribuzione della ricchezza dalla quale discendono gli stipendi inadeguati al costo della vita è diventata insopportabile.
Storia e memoria siano la nostra bussola per capire i fenomeni che nel 900 produssero guerre disastrose e immani sofferenze, ma anche il meglio di cui ancora oggi godiamo. Facciamone oggetto di educazione e formazione alla convivenza attraverso il lavoro dignitoso e la pienezza progettuale della pace.
Il lavoro abbinato alla dignità della persona è la conquista più grande mai realizzata. Nulla è più importante della salute e della sicurezza dei lavoratori.
Di lavoro si deve vivere, non morire o patire.
G.G.

Giovanni Gazzo
Author: Giovanni Gazzo

Giovanni Gazzo

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