I casi di indagini sugli appalti gestiti da grandi aziende si susseguono a ritmo serrato; è di questi giorni la notizia che la Altiero Martini SpA, famosa nel campo della moda, è stata commissariata per sfruttamento del lavoro.

Le indagini della Procura della Repubblica di Milano, nel corso del 2023,  si sono concentrate sull’intermediazione illecita di manodopera e hanno colpito diversi committenti, anche quelli dai nomi blasonati. Gli appalti si prestano facilmente a meccanismi di sfruttamento ed è da tempo che il sindacato denuncia irregolarità e la necessità di responsabilizzare maggiormente i committenti che a volte sanno ma fanno finta di non vedere.

Gli accordi di reinternalizzazione, ovvero di (ri)presa in carico dei rapporti di lavoro consentono di riportare i lavoratori a condizioni di normalità contrattuale e salariale. Lo spezzettamento dei rapporti di lavoro attraverso appalti e subappalti favorisce comportamenti contrari alla legge: è per questo che una contrattazione di “filiera” che si occupi di tutto l’indotto che fa capo al committente, potrebbe favorire un miglior presidio del sindacato e quindi la legalità.

In questo articolo pubblicato sull’area Pro Labour del “Il Fatto Quotidiano” spieghiamo meglio la proposta anche alla luce di un interessante accordo di reinternalizzazione firmato dai sindacati del terziario ed Esselunga.

Appalti, è corsa al ribasso per salari e diritti. Perché non si parla di ‘contrattazione di filiera’?

Michele Tamburrelli

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